
TIPOLOGIA DI VACCINO: Pfizer, Moderna
LOTTO DEL VACCINO: Pfizer – FF7481, FG4686
DOSI DEL VACCINO: 3 (tre) – Pfizer 27 AGOSTO 2021, 19 SETTEMBRE 2021, Moderna 4 MARZO 2022
EFFETTO AVVERSO: DOLORI ARTICOLARI
Vivo a Bolzano, tra le montagne che amo. Ho sempre goduto della bellezza della natura intorno a me, facendo moltissime passeggiate sui monti quasi tutti i fine settimana, sia nella bella stagione sia in inverno. Frequentavo regolarmente la palestra e mi muovevo sempre, anche per andare al lavoro, a piedi o in bicicletta. Sono sempre stata molto attiva e non ho patologie pregresse.
Non mi sono avvicinata subito alle vaccinazioni perché non ne ero del tutto convinta e ho cercato, per quanto possibile, di aspettare. Col passare del tempo però è aumentata la pressione intorno a me, anche tra le mie conoscenze: tutti mi invitavano a vaccinarmi facendomi notare cosa non avrei più potuto fare e quanti sarebbero stati i miei limiti, nella vita sociale e negli spostamenti. Sono impiegata in un ufficio, sempre a contatto con il pubblico, quindi facevo tamponi in continuazione e non posso negare che il loro costo cominciava a pesare sulla mia economia, in un momento in cui stavo iniziando ad affrontare i lavori di ristrutturazione della mia casa.
Ad un certo punto mi sono sentita come all’interno di un vortice dove tutto e tutti spingevano nella stessa direzione e sono giunta alla decisione di vaccinarmi quasi per “togliermi” questo problema ed eliminare la pressione intorno a me, pur continuando ad avere dubbi su questa scelta. Purtroppo così ho acceso un motore che non si è più fermato!
Ho fatto la prima dose il 27 agosto 2021 e la seconda il 19 settembre 2021 presso un centro di vaccinazione predisposto in città all’interno degli spazi destinati alle fiere. I primi effetti avversi li ho percepiti a distanza di circa due mesi dalla seconda dose, a fine novembre. Sono iniziati con dolori articolari ai piedi che erano più forti al mattino e mi creavano difficoltà anche nel mettere le scarpe. Il muovere le dita stesse dei piedi era causa di dolore. Ricordo in particolare il giorno in cui, insieme ad alcuni amici, stavo andando in auto a Livigno. Ero seduta sul sedile posteriore e all’improvviso ho sentito come se le gambe, dai piedi fino alle anche, si fossero infiammate dall’interno: un forte calore unito a scosse mi ha accompagnata per più di mezz’ora per poi attenuarsi. Credo che quell’episodio abbia segnato l’inizio di tutti i miei problemi.
In quel momento però, essendo trascorso un tempo abbastanza lungo dalla seconda dose, non ho pensato ad una correlazione con il siero anche perché il giorno stesso il dolore si è affievolito ed episodi di questo tipo non si sono più ripresentati. Permanevano i dolori ai piedi e anche alle ginocchia ma, poiché allora ancora riuscivo a fare le mie passeggiate, pensavo fossero dovuti a sforzo eccessivo o ad un periodo di maggiore stanchezza.
I problemi più gravi sono iniziati due settimane dopo la terza dose, che ho fatto presso l’ospedale cittadino il 4 marzo 2022. Nei primi quindici giorni il mio labbro superiore si è completamente coperto di herpes, di cui non avevo mai sofferto nemmeno nei momenti di stanchezza o di stress, e si sono gonfiate molto le caviglie che tuttora, soprattutto alla sera, sono ancora visibilmente gonfie.
A fine marzo poi mi sono recata a Vienna un paio di giorni da mio fratello e lì, la mattina, mi sono svegliata per la prima volta con le mani e i piedi totalmente rigidi: non riuscivo a camminare e a chiudere ed aprire le dita delle mani. I piedi erano talmente doloranti da non permettermi di muovermi e mi sono veramente spaventata. Cosa mi stava succedendo?
Mi sono rivolta subito ad un reumatologo che mi ha diagnosticato un’artrite reattiva da streptococco poiché in quel momento avevo un po’ di mal di gola. Ma nonostante 40 giorni di cura con gli antibiotici i dolori non sono passati e non mi hanno più abbandonata. Da allora fino ad agosto di quest’anno ho assunto una quantità incredibile di antidolorifici, di tutti i tipi, che mi hanno dato sollievo momentaneo e mi hanno indubbiamente aiutata a superare i momenti più difficili, senza però diminuire i sintomi. Anche la terapia con il cortisone è risultata inefficace.
Avevo parlato dei miei problemi al mio medico di base, che non aveva dato peso e non aveva fatto particolari ipotesi. Quando poi le avevo inviato la diagnosi del reumatologo per richiedere le impegnative degli esami, ne ha semplicemente preso atto senza smentirla.
Fortunatamente, a differenza di quanto so essere capitato a moltissimi danneggiati, non sono mai stata trattata male o definita ansiosa o stressata dai medici che ho incontrato.
Dopo questa prima visita specialistica a marzo, poiché ci trovavamo in un periodo in cui il solo accedere agli ospedali o ottenere un appuntamento da un medico era complicato ed ero molto assorbita dal lavoro, non ho fatto altri accertamenti. Anche perché, avendo avuto una diagnosi, ho valutato di seguire la terapia consigliata nella speranza di vedere dei miglioramenti che però non ci sono stati. Per mia tranquillità ho anche fatto le radiografie alle mani e ai piedi dalle quali è risultato tutto nella norma. Le ho portate dal reumatologo a fine luglio e, davanti a queste evidenze, ha affermato di non sapere quale potesse essere la causa dei miei problemi e che fossero necessari altri approfondimenti. Ho quindi deciso, a fine agosto, di fare una visita da un secondo reumatologo, portando tutti gli esami precedenti, per avere un altro parere. Dopo una valutazione molto approfondita dei miei referti e delle ecografie di tutti gli organi interni fatte durante la visita stessa, mi ha confermato che era tutto a posto e ha ipotizzato una reazione avversa alla vaccinazione dalla quale non ha saputo assicurarmi se potrò mai guarire completamente. Mi ha indicato di sospendere tutti gli antidolorifici e, lentamente, il cortisone, in modo da rifare le analisi del sangue in assenza di terapie. Farò questi esami nei prossimi giorni e quando avrò gli esiti, se non evidenzieranno nulla, credo che proverò a fare degli accertamenti anche in campo neurologico. Ho letto di giovani come me ai quali è stata diagnosticata la neuropatia delle piccole fibre attraverso una specifica biopsia.
In tutti questi mesi i dolori non mi hanno mai dato tregua e, soprattutto, non hanno mai avuto un andamento prevedibile. A volte al mattino sono meno in difficoltà e riesco, pur con fatica, a gestire le mie piccole necessità; a volte ho bisogno di aiuto anche solo per vestirmi o per fare quei piccoli gesti mattutini come farsi il caffè, aprire il vasetto della marmellata e spalmarla sul pane. Soffro oramai anche di una stanchezza costante perché, non assumendo più gli antidolorifici, la notte continuo a svegliarmi per il male, cercando una posizione più favorevole, finché mi sveglio del tutto molto presto e non riesco più a riposare.
La costante imprevedibilità delle mie giornate mi sta davvero devastando. Mi sento come in una bolla temporale, quasi fossi in una trappola dalla quale non sapere come uscire e senza capire appieno cosa sta succedendo al mio corpo. Come un piccolo pesce nella sua boccia che sbatte contro le pareti!
Questo ultimo anno è stato veramente difficile. Avrei molte cose di cui essere contenta come ad esempio il progetto che sto portando avanti sulla mia casa, ma questo malessere costante non mi fa godere di ciò che sto costruendo e non mi fa vivere appieno la mia vita. A febbraio di quest’anno, proprio poco prima della terza dose, ho conosciuto il mio compagno che quindi ha vissuto con me tutte le traversie che sto passando. Le mie difficoltà fisiche influiscono negativamente anche a livello relazionale perché mi impediscono di essere me stessa: certo non limitano l’amore per lui ma sicuramente limitano molto la gestione pratica della nostra relazione.
Ciò che questi sieri mi hanno tolto, oltre alla salute che mi auguro di recuperare, è la progettualità di vita. Il dover sempre misurare e valutare in anticipo ciò che è meglio evitare per non andare incontro a conseguenze troppo pesanti per il mio corpo, non mi permette di vivere in maniera naturale, spontanea.
E’ un continuo soppesare ogni situazione, avendo sempre nello zainetto un antidolorifico di emergenza, perché non si sa mai. Io che non prendevo nemmeno un’aspirina.
Ed è anche molto difficile sopportare la delusione di non riuscire, a distanza di sette mesi dalla terza dose, a godere nuovamente della natura, immergendomi nelle mie montagne. Le passeggiate mi mancano da morire e tutte le volte che provo, e sono costretta a desistere perché dopo pochi minuti di cammino i piedi e le gambe mi fanno troppo male, provo una sconfitta pesantissima.
Le persone a me più vicine, il mio compagno e mia mamma, mi stanno veramente supportando, prendendosi cura di me e aiutandomi nelle piccole cose quotidiane che per me sono diventate difficili. Sento in loro la partecipazione e il dispiacere di vedermi così, diversa da prima.
In questi mesi il mio lavoro a contatto con il pubblico mi ha dato la possibilità di sentire tante persone in difficoltà dopo i sieri ma in un primo tempo ho mantenuto riserbo riguardo alla mia situazione. Ora sento il desiderio di lasciare la mia testimonianza perché ciò che racconto è vero ed è quanto mi sta capitando da dopo queste inoculazioni. E perché mi ha colpito vedere come molte persone si stavano avvicinando a questi sieri con grande leggerezza, senza porsi alcuna domanda, come se stessero facendo una cosa normalissima, accompagnando addirittura, con questa stessa serenità, i loro bambini! Probabilmente perché ignari dei possibili danni.
Spero che il mio racconto possa stimolare altri a superare la timidezza e a raccontare la loro storia. Subire un danno dal vaccino non è una colpa ed è giusto testimoniare queste situazioni anche per potersi confrontare e trovare soluzioni.